lunedì 7 novembre 2011

Domus Aurea

Postato da Veronica
LA DOMUS AUREA

Nel 64 d.C.  un vastissimo incendio, che si sviluppò nella zona del Circo Massimo e raggiunse la vetta dell’Esquilino, distrusse la maggior parte del centro di Roma. Se la tradizione che attribuisce a Nerone la responsabilità dell’incendio è solo il frutto della cattiva fama dell’imperatore, è certo che le distruzioni provocate dal disastro resero più facile la realizzazione della Domus più estesa mai costruita, che, per lo sfarzo della decorazione e la ricchezza degli edifici, prese il nome di  Aurea. Gli architetti incaricati della costruzione della reggia, Severus e Celer adottarono, nel pieno centro di Roma, la tipologia della villa extraurbana, al punto che la Domus - secondo lo storico Tacito (II secolo) – suscitò la meraviglia dei contemporanei non tanto per i materiali preziosi che già erano presenti nel palazzo più antico, quanto piuttosto per la presenza di boschi, pascoli e laghi, di cui il maggiore occupava la valle dove ora sorge il Colosseo. Gli edifici si distribuivano quindi in un’area vastissima che si estendeva dal Palatino al colle Oppio, alle pendici del Celio. Svetonio, l’autore delle biografie dei primi dodici imperatori – racconta che l’atrio della reggia era costruito da un triplice portico della lunghezza di mille passi (circa 1500 metri) e conteneva il Colosso, una statua di Nerone alta 120 piedi (35 metri).
Di questa fastosa dimora conosciamo principalmente il padiglione del colle Oppio. Costruito a terrazze affacciate sulla valle dove sorgerà il Colosseo, esso si articolava in tre parti : le due laterali riproducevano il modello tradizionale delle ville a peristilio, con ambienti e sale distribuiti intorno ad un giardino porticato; il corpo centrale era separato dai laterali da ampi giardini di forma pentagonale e il centro ideale dell’edificio era rappresentato da una sala ottagonale con volta forata dalla quale pioveva la luce, la quale doveva creare effetti suggestivi nell’illuminazione di una statua centrale.  Si tratta certamente di una delle sale per banchetti della Domus, probabilmente la principale.
Le decorazioni degli interni utilizzavano ogni genere di preziosità: oro e avorio erano di uso corrente, mentre i fiori delle decorazioni pittoriche erano spesso incastonati con pietre preziose. I soffitti dei saloni per i banchetti erano realizzati con pannelli di avorio mobili, in modo da far cadere  fiori e profumi sui convitati. La decorazione pittorica, affidata al pittore Fabullus, adottava uno stile ricco e sfarzoso che inseriva quadri figurati in fantasiose geometrie arricchite da elementi vegetali e da figure immaginarie.



Dopo la morte di Nerone, avvenuta nel 68 d.C., gli imperatori che lo succedettero restituirono alla città ampie parti della Domus Aurea: sorsero così sulla superficie della reggia di Nerone monumenti pubblici come il Colosseo e tutti gli edifici ad esso connessi (ad es. le caserme per l’allenamento dei gladiatori, l’ospedale dei gladiatori e il deposito dei macchinari utilizzati durante gli spettacoli), le terme pubbliche costruite da Tito nonché la zecca di stato (Moneta). L’ultimo settore smantellato fu proprio il lussuoso padiglione del colle Oppio che fu interrato per la costruzione delle terme di Traiano.



6 commenti: