giovedì 10 novembre 2011

Mark Twain, il Mississippi e altro

POSTATO dal prof d'italiano:

Il nome di Mark Twain e quello del Mississippi sono strettamente legati; lo scrittore infatti è nato poco lontano dal fiume, ma la sua famiglia si è trasferita quando lui era piccolissimo lungo le rive del grande fiume americano. Molti dei suoi romanzi, inoltre, sono ambientati lungo il Mississippi e il nome stesso che lo scrittore scelse per firmare le sue opere deriva da un grido che i battellieri lanciavano, quando misuravano il fondo del fiume.


Un'immagine di Mark Twain
Una cartolina con la casa natale di Twain, in Florida (Missouri)
5 copertine di "Le avventure di Tom Sawyer"
Il percorso del Mississippi e l'ubicazione di Florida (Missouri)
Gli Stati che compongono gli Stati Uniti d'America

Il Mississippi è uno dei maggiori fiumi al mondo: lungo circa 3.800 km, supera i 6.800 km contando anche il corso del Missouri, che è un suo affluente.
È un fiume vitale per gli Stati Uniti d’America, sia per l’economia, sia per la cultura. Da quest’ultimo punto di vista va ricordato che il fiume è entrato nell’immaginario collettivo (non solo americano) per alcuni degli aspetti che ne hanno caratterizzato la storia. Per esempio con i battelli a vapore che ne hanno solcato le acque nel XIX secolo, rappresentando il mezzo di trasporto più comodo e veloce per molti decenni.


Fra gli anni '40 e '50 dell'Ottocento, il battello a vapore conosce il momento di massimo splendore. Nel 1849 sono circa mille i vapori che fanno la spola sul Mississippi. Le litografie di Currier & Ives (sopra e sotto) documentano proprio quest'età d'oro, quando i battelli assomigliano ormai ad alberghi galleggianti, con più di una cucina, cabine arredate con eleganza, lussuosi saloni. Netto il contrasto tra i passeggeri che viaggiavano in cabina e quelli che si dovevano accontentare del ponte: emigranti, vagabondi, avventurieri di ogni specie.
La Mayflower (che aveva lo stesso nome della nave da cui sbarcarono i primi pionieri inglesi, che fondarono la Nuova Inghilterra, culla dei futuri Stati Uniti) andava fiera delle sue dimensioni e dei numerosi ponti. Ma la velocità era considerata un pregio maggiore della comodità e la concorrenza si fece spietata. D'intesa con le compagnie di navigazione in cerca di pubblicità, i capitani ingaggiavano gare di velocità, spesso nelle ore notturne, alla luce dei lampioni di bordo: l'equipaggio del battello più veloce veniva premiato e godeva di grande prestigio. Il giro delle scommesse era sostanzioso quanto quello sui cavalli.
(Questo testo è preso da un'edizione de "Le avventure di Tom Sawyer" della Piemme)
La "Delta Queen", in servizio sul Mississippi fino a pochi anni fa

RUOTE, VAPORE E DOLLARI FRUSCIANTI!

(di Renato Genovese, pubblicato su Almanacco del West 2004, Sergio Bonelli editore)

Nel 1811, le acque lente e maestose del Mississippi sentirono sbuffare per la prima volta una caldaia a vapore: era quella del “New Orleans”, l’imbarcazione progettata dall’americano Robert Fulton, l’inventore che, dopo gli infruttuosi tentativi effettuati in Francia (per Napoleone aveva costruito anche un sommergibile, il “Nautilus”, suscitando però scarso interesse), era tornato in patria per dare vita alla grande stagione dei battelli fluviali a vapore. Il geniale Fulton aveva già sperimentato una prima navigazione a vapore sul fiume Hudson quattro anni prima, facendo percorrere al suo “Clermont” il tratto tra Albany e New York in sole trentadue ore, anziché nelle tradizionali centosettanta richieste dai battelli a vela. Ma fu il Mississippi, con i suoi 3.778 chilometri di lunghezza, a imporsi come lo scenario dei progressi delle navi a vapore. Nel 1816, fu varato il “Washington”, che andava da New Orleans a Louisville in appena ventiquattro giorni (ma già nel 1838 ne bastavano sei). Con il passare del tempo, i viaggiatori pretendevano sempre più lusso e comfort, sicché compagnie come la Anchor Line e la Southern Transportation Line iniziarono a darsi battaglia a colpi di cabine sempre più eleganti, statue di bronzo e candelabri d’argento, mogani e stucchi, ampi saloni con spettacoli e orchestrine per allietare i passeggeri più ricchi, trasformando spesso un viaggio d’affari in una crociera di lusso. E dove scorreva il denaro non poteva mancare il gioco d’azzardo, tanto che i battelli a vapore diventarono ben presto dei casinò, teatro preferito delle gesta di bari e truffatori, ma anche di raffinati giocatori di professione attratti dal verde colore dei dollari fruscianti. Molti di loro si riunivano in vere e proprie “associazioni”, spesso sotto la protezione di pezzi grossi della politica locale, come il “gambling syndicate” di John North o quello messo in piedi da Elijah Skaggs; altri agivano servendosi di “partners”, come George Devol e i suoi compari Tom Brown e Canada Bill Jones, oppure l’affiatata coppia Pinckney Pinchback e Holly Chappel. A parecchi di loro andò bene, tanto che Skaggs potè ritirarsi a vita privata dopo aver incassato un gruzzoletto di qualche milione di dollari che investì in una immensa piantagione in Louisiana, mentre Devol, che era specializzato in micidiali e memorabili partite “testa a testa”, dichiarava nella sua autobiografia un guadagno netto di duecentomila dollari l’anno. Altri, invece, finirono nelle prigioni di Vicksburg, New Orleans e Natchez e qualcuno sul fondo del Mississippi con un buco di pallottola in testa o nella schiena. Come dire: il fiume dà e il fiume prende…

Questo ambiente e questi personaggi compaiono in tantissime storie, americane e non: libri, film, cartoni animati, fumetti.
Ecco come, per esempio, vengono rappresentati in quello che, senza dubbio, è il più importante fumetto italiano: Tex.
La storia è tratta dal volume n° 352, che si intitola “La banda del teschio”: i testi sono di Claudio Nizzi, i disegni di Jesus Blasco. La copertina è del grande Aurelio Galleppini.


Ecco altre 3 immagini dalle avventure di Tex con il battello con la ruota (laterale o posteriore).


Anche in una famosissima canzone dei Creedence Clearwater Revival, “Proud Mary” del 1968, compare l’ambiente dei battelli del Mississippi. (Se non conosci questa canzone, non è male se clicchi nel link sottostante)




Left a good job in the city,
Workin' for The Man ev'ry night and day,
And I never lost one minute of sleepin',
Worryin' 'bout the way things might have been.
Big wheel keep on turnin',
Proud Mary keep on burnin',
Rollin', rollin', rollin' on the river.

Cleaned a lot of plates in Memphis,
Pumped a lot of pain down in New Orleans,
But I never saw the good side of the city,
'Til I hitched a ride on a river boat queen.
Big wheel keep on turnin',
Proud Mary keep on burnin',
Rollin', rollin', rollin' on the river.

If you come down to the river,
Bet you gonna find some people who live.
You don't have to worry 'cause you have no money,
People on the river are happy to give.
Big wheel keep on turnin',
Proud Mary keep on burnin',
Rollin', rollin', rollin' on the river.
Rollin', rollin', rollin' on the river.
Rollin', rollin', rollin' on the river.

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Ho lasciato un buon lavoro in città,
Lavorando per l’Establishment giorno e notte
E non ho mai perso un minuto di sonno,
Preoccupandomi di come poteva andare.
La grande ruota continuava a girare,
La Proud Mary (1) continuava a bruciare,
Ondeggiando, ondeggiando sul fiume.

Ho pulito un sacco di piatti a Memphis,
Ho pompato un mucchio di benzina giù a New Orleans,
Ma non ho mai visto il lato buono della città,
Finché non ho chiesto un passaggio sulla regina di tutte le barche.
La grande ruota continuava a girare,
La Proud Mary continuava a bruciare,
Ondeggiando, ondeggiando sul fiume.

Se vieni giù al fiume,
Scommetti che trovi gente che ci vive?
Non ti devi preoccupare se non hai soldi,
La gente del fiume è felice di donare.
La grande ruota continuava a girare,
La Proud Mary continuava a bruciare,
Ondeggiando, ondeggiando sul fiume.
Ondeggiando, ondeggiando sul fiume.
Ondeggiando, ondeggiando sul fiume.

(1) La “Proud Mary” è il nome di un battello, di quelli con la ruota, tipici del Mississippi.

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