lunedì 21 novembre 2011

Twilight - Breaking Dawn Parte 1

POSTATO dal prof d’italiano:

Non conosco né i libri né i film di questa saga di vampiri, che piace tanto alle mie alunne. Non posso quindi esprimere un’opinione valida. Ho cercato un po’ in giro qualche informazione sull’ultimo film in circolazione in questi giorni e ho deciso di postare qui ciò che ho trovato (per i miei alunni e anche per i loro genitori).


Recensione di Marianna Cappi sul sito mymovies
Isabella Swan e Edward Cullen si sposano, mormorano i loro sì in sordina durante una cerimonia tradizionalmente elegante, che per una volta riunisce tutti, umani e non, Jacob compreso. Il viaggio di nozze in Brasile si conclude con una gravidanza inaspettata, per un verso miracolosa (il padre è un non morto), per l'altro pericolosa, per il ritmo di crescita del feto e il rischio a cui è sottoposta la madre. Se Bella non sente ragioni e vuole tenere il bambino, Edward e molti della sua famiglia vorrebbero invece dissuaderla.
Sulla saga della Bella e delle bestie la Meyer ha versato fiumi d'inchiostro, solo "Breaking Dawn" conta più di 700 pagine, ma occorre essere onesti e dare al cinema il merito di aver senza dubbio migliorato la carta, che quanto a stile lascia a dir poco a desiderare. Per il capitolo finale, la regia passa a Bill Condon, che non fa sfoggio di virtuosismi ma bada alla storia e traghetta quelli che solo due anni fa erano liceali ai primi sospiri verso un'età improvvisamente adulta, fuori dalla famiglia d'origine dentro una famiglia creata in autonomia e antropologicamente mutata.
Nonostante l'apertura sulla cerimonia (la sequenza peggiore del film), la vicenda non rinuncia certo al triangolo e anzi lo estende al massimo (con Edward e Jacob uniti nella pratica ginecologica) fino a fargli mutare forma, nel finale. Se negli altri film il melodramma di base s'ibridava volentieri con il teen movie o l'action, qui è l'horror che fa capolino, nelle crude scene della gravidanza della protagonista, minacciata di morte dall'interno del proprio corpo, spolpata ben oltre il limite dell'anoressia grave perché la fiaba di Biancaneve possa compiersi al contrario e il morso, anziché il bacio, possa portare la salvezza e la floridezza attraverso la veglia eterna.
Lei, è vero, è giovanissima, lui teoricamente centenario, ma la verità è che a questo livello di cose l'età non conta, e forse quanti anni hanno i suoi due pupilli non se lo ricordava nemmeno la Meyer: sono fuori dal tempo, esseri ridotti ad archetipi. Ma non è un bene. Che questo capitolo, infatti, sia probabilmente migliore del precedente o certamente migliore del precedente del precedente è una verità relativa, perché tutto è corrotto dal vizio capitale della saga: l'ansia di non dispiacere a nessuno. Dal vestito da sposa di Bella, che non può deludere le fan, alle scene della consumazione, che non possono quasi esistere (pena la scure del divieto ai minori), un film dopo l'altro, l'operazione Twilight si è infilata in un tunnel in cui la ricerca del consenso ha divorato la possibilità di dare al prodotto una personalità cinematografica originale e il disturbante (stiamo pur sempre parlando di vampiri) ha lasciato il posto all'ordinario.

Recensione di Federica Aliano in Film.it
Lento fino alla dilatazione parossistica, illuminato come farebbe Duccio, il direttore della fotografia di “Boris”, la più intelligente fra le serie TV italiane, che “smarmella tutto”, “Breaking Dawn – Parte 1” inizia il cammino sul viale del tramonto della Twilight Saga.  
Matrimonio, luna di miele con tanto di scene di sesso ormai casto e legalissimo, Bella che resta incinta (e che meraviglia: a diciotto anni sei fertile come un terreno vulcanico) e tutto ciò che ne consegue. Con una colonna sonora in stile telenovela sudamericana che fa da tappeto senza sosta. Per dividere in due parti un tomo che sarà pure corposo, ma è anche prolisso, si è giunti a una vuotezza, a tempi morti, battute recitate con i primi piani sulle espressioni esasperate, una lentezza narrativa che mai nei primi tre film si erano raggiunti.
Ai Twilighters tutto ciò che segue non importerà, ma l’assunto di base è così reazionario da far paura: se pensiamo a tutte le giovani e plasmabili menti che hanno letto questa storia, c’è da temere generazioni di antiabortisti e pro life a ogni costo. In compenso temi forti come l’amore e l’amicizia, complementari e non anteposti, sono forti in Bella com’erano nei libri. Mai come questa volta il testo di partenza è stato tradito – non si poteva certo mostrare la protagonista a letto con gli occhi chiusi per tutto il tempo – ma se solitamente questo comporta una migliore sceneggiatura, lo stesso non può dirsi per il quarto lavoro di Melissa Rosenberg.
La recitazione dei tre protagonisti si fa sempre più incerta: alle prese con dialoghi a cui loro stessi non credono, sono più che mai monoespressivi e bidimensionali. Nonostante gli effetti speciali siano più curati che nei precedenti film, Bill Condon sembra non saper adoperarli al meglio. Ne esce fuori il film meno avvincente dell’intera saga (finora), difficile da seguire se non si è letto il romanzo, ma anche a causa di un amore raggiunto, coronato e ormai consumato che quindi diventa non-narrativo. Non c’è più niente che ci interessi, nemmeno il seguito annunciato dalla scena dopo i titoli.

Recensione di Roberto Nepoti su la Repubblica
Come è stato per Harry Potter, esce suddiviso in due parti anche il capitolo finale della saga che fa sospirare le ragazzine del mondo globale, e relative mamme.
Finalmente Bella si decide a convolare col tenebroso vampiro Edward, anche se ciò fa impazzire di gelosia Jacob, il ragazzo-lupo. La coppia va in luna di miele tra mari e tramonti: poi si abbandona alla passione e lungo repressa: anche se le tanto annunciate scene di sesso sono state sforbiciate al montaggio, per non giocarsi il pubblico dei minori. Poco dopo Bella si avvede di essere incinta. Trattandosi di feto ibrido tra umano e vampiro, la gravidanza è delicata. Però Bella preferisce rischiare la vita pur di non rinunciare alla maternità; ed ecco che quello che sembrava un eterno spot a favore della verginità si trasforma in uno spot contro l’aborto. A parte gli atteggiamenti crepuscolari, la faccenda ha ben poco a che fare con la mitologia vampiresca: quella che domina è un’altra mitologia, radicata in età adolescenziale: amore = pericolo. Ma questi sono vampiri imborghesiti e benpensanti. Umani, troppo umani.

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