lunedì 30 aprile 2012

Censimento 2011: i primi dati

POSTATO dal prof d’italiano:

Arrivano i primi dati sul censimento effettuato a ottobre dell’anno scorso; ecco cosa scrive la Repubblica il 28 aprile 2012.
Nell'Italia del cemento le famiglie diventano mini e 70mila vivono in baracche

Di Maria Novella De Luca
ROMA - Sessanta milioni. O quasi. Sempre più multietnici, mobili, conviventi e non sposati, riuniti in famiglie piccolissime, in un'Italia ogni giorno più densa di cemento, ma dove oltre settantamila madri, padri e figli hanno come tetto una baracca, una roulotte, un'auto, una tenda, o, può capitare, anche una grotta. Censimento 2011, il quindicesimo dal 1861 ad oggi, ritratto di un'Italia inquieta e mutevole attraverso i primi dati dell'Istat. Un paese con più donne che uomini, dove i bambini, quando nascono, hanno genitori immigrati, e le città oscillano tra il modello "megalopoli", Roma, che divora le sue periferie con oltre due milioni e mezzo di abitanti, e il micro borgo, sette comuni su dieci, dove la popolazione non raggiunge i cinquemila abitanti.
Un'Italia con la demografia che cambia, e così i modi di vivere, dice il presidente dell'Istat Enrico Giovannini, perché «dopo quasi vent'anni di stagnazione la popolazione è cresciuta del 4,3% anche se per effetto esclusivo degli stranieri, e se ci sono comuni che perdono abitanti, altri invece ne guadagnano, ma certamente c'è una forte mobilità».
Giovani e non giovani in cammino, famiglie che si spostano, si insegue il lavoro, si fugge dallo smog, gli italiani "migrano" dal centro alla periferia, dal Sud al Nord, gli immigrati invece mettono radici...
LA POPOLAZIONE
Il 9 ottobre del 2011, giorno a cui si riferiscono tutte le rilevazioni del censimento, la popolazione italiana conta 59.464.644 individui, di cui 28.750.942 uomini e 30.713.702 donne. La popolazione femminile dunque supera quella maschile di 1.962.760 individui: in media ci sono 52 donne ogni 100 abitanti. Dal 1861 ad oggi, anno del primo censimento, la popolazione italiana è triplicata, passando dai 22 milioni dell'unità d'Italia ai quasi sessanta milioni del 2011.
Dopo stagioni di crescita vicina allo zero, in questi ultimi 10 anni, cioè dal 2001 ad oggi, la popolazione è salita del 4,3% ma unicamente grazie ai figli degli immigrati. Soprattutto nel Centro Nord dove il 70% dei comuni ha avuto un incremento demografico, all'opposto del Sud dove il numero dei residenti è sceso nel 60% dei comuni. In totale in 10 anni il numero dei residenti in Italia è di 2,5 milioni di persone in più.
LE FAMIGLIE
Aumentano ma diventano più piccole le famiglie italiane. Sono passate da 21.810.676 del 2001 alle 24.512.012 del 2011, ma il numero medio di componenti è sceso da 2,6 a 2,4. Vuol dire che globalmente la popolazione aumenta ma le famiglie si "polverizzano", si frammentano, gli anziani vivono da soli e nelle coppie raramente ormai nasce più di un bambino. Ma accanto a questi numeri macro, c'è un dato significativo e allarmante diffuso ieri mattina dall'Istat: nel nostro paese ci sono oltre 71mila famiglie che vivono in baracche, roulotte, auto, e in altri alloggi di fortuna. Il numero di chi non possiede un tetto è triplicato rispetto al 2001, quando queste famiglie erano 23.336. Un "aumento vertiginoso" lo definisce Istat, e dietro questi numeri c'è tutto il dramma di un'Italia sempre più povera. «Casa e lavoro sono alla base della dignità di una persona e senza casa è difficile trovare un lavoro», ha commentato infatti l'arcivescovo di Genova, riferendosi al dramma di chi vive, ancora oggi, sotto un tetto di lamiera.
LE ABITAZIONI
La fotografia dell'Istat, capillare e certosina, dimostra che in questi 10 anni una nuova cementificazione selvaggia ha violentato l'Italia. Ecco i numeri. Nel nostro paese ci sono 14.176.371 edifici, l'11% in più rispetto al 2001, e 28.863.604 abitazioni, il 5,8% in più rispetto al precedente censimento. In 10 anni sono state costruite 1.576.611 nuove case, un vero assalto alle campagne, alle coste, ma soprattutto ai terreni agricoli attorno alle grandi città. Con la creazione di intere aree di nuova urbanizzazione, quartieri fantasma e senza servizi, con migliaia di case invendute e sfitte.
GLI STRANIERI
È con l'immigrazione che davvero cambia il volto dell'Italia, come sottolineano i primi dati di questo nuovo censimento. La popolazione straniera abitualmente dimorante nel nostro paese è cresciuta di tre volte, passando da 1.334.889 immigrati censiti nel 2001, a 3.769.518 del 2011. Gli stranieri rappresentano oggi il 6,4% della popolazione italiana, una crescita impetuosa, soprattutto grazie alle nuove nascite che hanno riportato in positivo il saldo demografico.
Due stranieri su tre vivono al Nord e in particolare nel Nord-Ovest dove oggi si concentra il 36% degli immigrati. «La situazione italiana - scrive l'Istat - si avvicina sempre di più dunque a quella dei paesi con una forte tradizione di immigrazione».
I COMUNI
È Roma il comune con più abitanti d'Italia, con 2.612.068 residenti, mentre il primato di quello più vuoto, con sole 30 anime, va a Pedesina in provincia di Sondrio. Il comune più densamente popolato è Portici in provincia di Napoli, 12.311,7 cittadini per chilometro quadrato. Rognano invece, in provincia di Pavia, detiene il primato di un aumento del 220,% di nuovi abitanti, al quale si contrappone Paludi in provincia di Cosenza, con il più forte calo demografico in dieci anni, 41,2% in meno le persone residenti.
GLI SCOMPARSI
All'esame del censimento mancano un milione e 300 mila italiani. Sono i "non trovati", abitanti presenti nelle anagrafi comunali, ma scomparsi dal territorio. Persone che hanno cambiato la loro dimora abituale senza comunicarlo ai comuni, gente trasferita all'estero, che ha mutato indirizzo, luoghi, città...
Di fatto missing, almeno per il censimento del 2011.

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