POSTATO dal prof d’italiano:
500 anni fa esatti, il 31 ottobre 1512 [quando ancora, fortunatamente, non c’era Halloween: stupidissima festa!] per la prima volta venivano mostrati al pubblico gli affreschi della volta della Cappella Sistina, uno dei monumenti artistici più noti al mondo.
La Cappella Sistina
La volta della Cappella Sistina
Un particolare della volta della Cappella Sistina
Michelangelo Buonarroti e la Cappella Sistina
Michelangelo Buonarroti (nato il 6 marzo 1475 da una famiglia di antica stirpe fiorentina di parte guelfa, il cui declino finanziario era cominciato con il nonno Lionardo) fu a Roma per la prima volta nel 1496. Il suo arrivo nella città pontificia è legato a un episodio curioso: Michelangelo aveva eseguito una piccola statua in marmo (Cupido addormentato) che nella Firenze guidata da Girolamo Savonarola (un frate che aveva imposto alla città un regime di fanatismo religioso, contrario a qualunque ostentazione di ricchezza, contro la quale minacciava apocalittiche punizioni divine) difficilmente poteva essere venduta, dato il soggetto pagano. Così Lorenzo Popolano (un membro del ramo cadetto della famiglia Medici, a cui Michelangelo era legato da molti anni) suggerisce allo scultore l’idea di farla passare per antica e di spedirla a Roma, dove viene acquistata dal cardinale Riario, nipote del papa Sisto IV. Però il cardinale scopre l’inganno e rivuole indietro i soldi che ha sborsato, ma chiede anche di conoscere l’abile artista che aveva fatto la statua; Michelangelo si convince a trasferirsi a Roma.
Nella città del papa Michelangelo rimane fino al 1501, quando ritorna a Firenze, che si era liberata del Savonarola mandandolo al rogo nel 1498. A Roma Michelangelo aveva scolpito la Pietà, opera celeberrima, che segnò per l’artista l’inizio riconosciuto della sua grandezza d’artista.
È proprio la fama della Pietà che spinge nel 1505 il papa Giulio II (della famiglia Della Rovere e nipote del papa Sisto IV, da cui deriva il nome della Cappella Sistina) a richiamare a Roma Michelangelo. Giulio II è un papa guerriero, vuole fare della Chiesa un grande Stato, che fermi l’espandersi di Venezia e cacci fuori dall’Italia gli stranieri che l’avevano invasa; vuole trasformare la città anche dal punto di vista urbanistico e architettonico e per questo chiama alla sua corte i maggiori artisti del tempo, tra cui Michelangelo e Raffaello. A Michelangelo commissiona un grandioso mausoleo, ma il progetto viene accantonato: in compenso l’artista eseguirà la volta della Cappella Sistina, iniziata nel maggio 1508.
I rapporti tra il papa e l’artista sono contrastati: i due giungono infatti più volte alla rottura, il papa nega spesso di ricevere Michelangelo e questi altrettanto spesso fugge da Roma all’improvviso. Eppure con nessuno quanto con il papa Michelangelo si è inteso: entrambi hanno lo stesso carattere orgoglioso e irascibile e, alla fine, dal loro sodalizio nasceranno opere immortali.
La Cappella Sistina (che era stata costruita già sotto il papa Sisto IV) aveva problemi di statica, tanto che già nel 1504 sulla volta erano state inserite delle catene di ferro, il che aveva compromesso la vecchia decorazione a cielo stellato. Giulio II decide di affidare a Michelangelo un nuovo apparato decorativo: la decisione era stata incoraggiata da Bramante, che voleva mettere in difficoltà Michelangelo, fino ad allora dedito soprattutto alla scultura, costringendolo a cimentarsi con la pittura. Per Michelangelo fu una sfida, per la quale l’artista stesso afferma di aver avuto carta bianca. In realtà gli studiosi hanno ipotizzato che l’intervento del pontefice sia stato diretto, al fine di realizzare con la volta della cappella la gloria del papa.
Tutta la volta, infatti, è costruita come una successione di cinque enormi archi trionfali, che rimandano esplicitamente all’Arco di Costantino dipinto più volte negli affreschi sottostanti voluti da Sisto IV. In questo modo il corteo papale che entra nella Cappella Sistina, sfilando sotto gli archi fino ad arrivare all’altare, ripercorre tutta la storia della salvezza: dalle scene della Creazione alle storie di Noè, dal figlio Cam fino ad Abramo e da questi, lungo le quaranta generazioni narrate dall’evangelista Matteo, fino a Giuseppe padre di Gesù, mentre alle pareti le storie di Mosè e di Cristo arrivano fino all’Assunzione di Maria (simbolo della Chiesa trionfante) e alla serie dei pontefici, che arriva idealmente fino allo stesso Giulio II.
Michelangelo termina la volta della Cappella Sistina nel 1512, anno in cui la Repubblica di Firenze cade e, appoggiati dal papa e dagli spagnoli, i Medici possono ritornare in città. All’inizio del 1513 Giulio II muore: gli succede il cardinale Giovanni de’ Medici, col nome di Leone X, che permetterà a Michelangelo di continuare a lavorare a Roma.
Al soglio pontificio saliranno altri papi, prima che a Michelangelo sia commissionato l’affresco del Giudizio Universale sulla parete d’altare della Cappella Sistina. Ma questa è un’altra storia, che vi racconterò nel 2041, sempre il 31 ottobre, quando ricorreranno i 500 anni dalla fine del lavoro.
Per chiudere: Michelangelo morì il 18 febbraio 1564, a ottantanove anni.
Le pitture della volta della Cappella Sistina:
Michelangelo progettò di dipingere nella volta della Cappella storie della Genesi, Profeti e Sibille, Antenati di Cristo e varie altre figure con funzione araldica o allegorica; in questo modo dipingeva un antefatto delle pitture del Quattrocento che si trovano alle pareti (storie di Mosè, di Cristo e la serie dei pontefici).
L’artista realizzò un ponteggio sospeso, agganciato alle pareti, e cominciò i lavori nel maggio 1508, dapprima con alcuni collaboratori fiorentini, poi quasi da solo.
Storie della Genesi
1: Separazione della luce dalle tenebre
2: Creazione delle piante; Creazione degli astri
3: Separazione della terra dalle acque
4: Creazione di Adamo
5: Creazione di Eva
6: Peccato originale e cacciata dal Paradiso
7. Sacrificio di Noè
8: Diluvio Universale
9: Ebbrezza e derisione di Noè
Tra i pilastri della Cappella, sotto il primo cornicione aggettante della volta, si susseguono 5 Sibille e 7 Profeti, i cosiddetti Veggenti:
1: La Sibilla Libica
2: La Sibilla Cumana
3: La Sibilla Delfica
4: La Sibilla Eritrea
5: La Sibilla Persica
6: Il Profeta Giona
7: Il profeta Daniele
8: Il Profeta Isaia
9: Il Profeta Zaccaria
10: Il Profeta Gioele
11: Il Profeta Ezechiele
12: Il Profeta Geremia
Nei pennacchi agli angoli della volta Michelangelo ha dipinto 4 storie legate alla salvazione del popolo di Israele:
1: David e Golia
2: Giuditta e Oloferne
3: La punizione di Amàn
4: Il serpente di bronzo
Michelangelo ha poi dipinto 8 vele e 8 lunette con gli Antenati di Cristo, mentre al di sopra dei Veggenti ci sono uno serie di Ignudi con al centro dei medaglioni di bronzo; infine, al di sopra delle vele sono disposte 12 coppie di ignudi a monocromo bronzeo.
Qui sotto puoi vedere alcuni di questi dipinti.
Gli Antenati di Cristo:
Gli Ignudi:
Su la Repubblica del 30 ottobre 2012 c'era questo articolo.
'Troppi 5 milioni di turisti: numero chiuso alla Sistina'
Di Orazio La Rocca
«Numero chiuso e ingresso contingentato». È lo spettro a cui potrebbe andare incontro tra qualche mese uno dei monumenti più ammirati al mondo, la Cappella Sistina. Sono oltre 5 milioni i visitatori ogni anno. La loro presenza mette a rischio gli affreschi sulla volta e il Giudizio universale di Michelangelo. Ma anche gli altri capolavori. «Se non si interviene subito con l'installazione di un nuovo impianto di climatizzazione - avverte il direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci - il rallentamento forzato delle visite sarà la strada obbligata per preservare l'ingente patrimonio artistico». Quello che vi si ammira da circa 500 anni, scrigno di rara bellezza "firmato" da Michelangelo, ma anche da grandi maestri del Rinascimento: dal Botticelli al Perugino, dal Ghirlandaio al Pinturicchio, Cosimo Rosselli, Piero di Cosimo. Fu papa Giulio II a inaugurare gli affreschi della Volta col solenne rito dei Vespri della vigilia della festa di Ognissanti, il 31 ottobre 1512. E domani sera alla stessa ora Benedetto XVI ripeterà quel rito per festeggiare i cinque secoli della Sistina. La giornata di grande festa liturgico-artistica, non farà però dimenticare ai responsabili della Cappella il problema dei danni irreparabili che rischiano gli affreschi. L'allarme del direttore dei Musei Vaticani ne è una prova. «A lungo andare la massiccia presenza di visitatori potrebbe provocare danni a causa di polveri, pressione antropica, anidride carbonica, temperature eccessive, sbalzi climatici, elementi nocivi che ogni visitatore porta con sé e che minano il microclima della Cappella», spiega Paolucci. Cosa fare quindi? «Per evitare di limitare l'accesso con numero chiuso e contingentamento» le autorità vaticane, informa Paolucci, hanno incaricato una ditta specializzata in impiantistica ambientale, la Carrier, di progettare un sistema di climatizzazione per mettere al riparo gli affreschi. Perché a non dare più sufficienti garanzie sono gli impianti attuali, installati vent'anni fa al termine dei restauri diretti da Gianluigi Colalucci. Al quale successe il maestro Maurizio De Luca che curò, in particolare, il ciclo dei Quattrocentisti. I nuovi impianti, secondo Paolucci, «dovranno essere installati entro il prossimo anno, altrimenti occorrerà pensare a soluzioni drastiche che limiterebbero l'accesso, una soluzione complicata e forse difficile da realizzare per un sito come la Sistina che, oltre a essere un tesoro d'arte di prima grandezza, è anche luogo di culto e di celebrazioni presiedute dal Papa, e sede del Conclave per l'elezione del nuovo pontefice». Tre, comunque, saranno gli obiettivi che si dovranno raggiungere: abbattere le polveri, ricambiare costantemente l'aria e stabilizzare la temperatura. Esclusi altri tipi di interventi, come pure nuovi restauri degli affreschi: «Quelli diretti dal maestro Gianluigi Colalucci e conclusi nel 1994 - assicura il direttore - furono impeccabili. I colori originali di Michelangelo sono sempre lì, ammirati dal mondo intero, anche se all'epoca dei lavori ci furono delle polemiche da parte di osservatori che lanciarono strali contro l'intervento. La verità è che vent'anni fa non eravamo abituati a vedere i veri colori del maestro fiorentino; forse su questo aspetto bisognava informare meglio l'opinione pubblica». Potranno emergere nuove sorprese dalla Sistina? Il professore non lo esclude: «La Sistina, e in particolare gli affreschi di Michelangelo sono una prateria aperta a chiunque voglia avventurarsi a visitarla. Anche se a volte vengono fuori delle sciocchezze come i presunti numeri cabalistici nascosti tra le storie o, persino, le letture di natura omosessuale che qualche scrittore fa dei personaggi michelangioleschi. Inutili forzature, anche se in futuro qualche sorpresa non è da escludere che possa venire fuori».
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