POSTATO dal prof d’italiano:
La nostra antologia non ha alcuna poesia della Scuola siciliana; eccone qui una (si tratta di un sonetto), di Giacomo da Lentini.
Molti amadori la lor malatia
portano in core, che ‘n vista non pare;
ed io non posso sì celar la mia,
ch’ella non paia per lo mio penare:
però che son sotto altrui segnoria,
né di meve nonnò neiente a-ffare,
se non quanto madonna mia voria,
ch’ella mi pote morte e vita dare.
Su’ è lo core e suo son tutto quanto,
e chi non à consiglio da suo cuore,
non vive infra la gente como deve;
cad io non sono mio né più né tanto,
se non quanto madonna è de mi fore
ed uno poco di spirito è ‘n meve.
PARAFRASI:
Molti innamorati portano in cuore la loro malattia [cioè l’amore], tanto che non appare alla vista [non si vede]; eppure io non posso nascondere la mia, in modo che essa non si veda a causa del mio soffrire:
perché sono sotto la signoria altrui [cioè sono sottomesso alla mia signora, alla mia donna], e non posso per niente disporre di me, se non quanto la mia donna vuole, ché ella mi può dare morte e vita.
Suo è il mio cuore e suo sono tutto quanto, e chi non ha consiglio dal proprio cuore, non vive come si deve in mezzo alla gente;
ché io non sono mio né più né tanto, se non quando la mia donna è fuori di me [cioè io non penso a lei] e in me c’è un poco di spirito.
Nessun commento:
Posta un commento